di Paola Sammartano
Le due ruote e il design: un connubio che si trasforma in una festa di cromatismi ne I colori del motomondiale, che mette in mostra le creazioni di Aldo Drudi in una sede decisamente appropriata: il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia di Milano.
È una vita, nel senso letterale del termine, che Drudi, designer e grafico romagnolo (Compasso d’Oro ADI) dà colore al motomondiale. Per fugare ogni dubbio sul legame tra motociclismo, grafica e velocità, basta passare in rassegna la collezione, esposta in mostra, di caschi originali realizzati da Drudi dagli anni ottanta ad oggi: dal primo, disegnato nel 1982 per Graziano Rossi, al più recente, realizzato per questa stagione per Valentino Rossi, oltre alle nuove grafiche di vari piloti della MotoGP – Morbidelli, Iannone, Vinales, Crutchlow, per citarne alcuni – di Moto2 e Moto3. Da vedere, anche i caschi storici di Kevin Schwantz, Mick Doohan, Randy Mamola, Loris Capirossi, Max Biaggi, Manuel Poggiali, Noriyuki Haga, Loris Reggiani e Marco Melandri.
È lo stesso Drudi a parlare delle “infinite possibilità dei caschi”, la cui superficie, pur ristretta, riesce ad accogliere ogni possibilità offerta dall’inventiva e dalla creatività. “Il mio babbo, quando gli chiesi una moto da corsa, non mi rispose nemmeno, ma sapevo disegnare…” spiega Drudi, che da allora ha realizzato le livree di molti dei piloti del paddock, ma anche quelle delle carene delle moto e l’immagine coordinata dei più noti team del Motomondiale e della Superbike. In mostra, tra l’altro, sono visibili praticamente tutte le moto da competizione iscritte al Mondiale MotoGP, insieme al casco e alle tute dei piloti. Dalla Honda di Marc Marquez campione 2017 alle Ducati, Yamaha, Suzuki, Aprilia e Ktm ufficiali a quelle dei team satellite.
Nel progetto, ideato dalla Drudi Performance, sono presenti anche i “colori” di America’s Cup (Team Emirates New Zealand), quelli del Tornado del 311° Gruppo RSV, di Honda Burasca 1200, prototipo ad alto contenuto tecnologico originale, e di vari progetti innovativi come la E-Bike Thok e la Cross Over Boat Anvera 55.
Tornando al tema moto, si dice che Drudi sappia tirar fuori ciò che ti trasmette un pilota, ed è così che il designer ha ideato, interpretato, e colorato i caschi di Valentino Rossi, fin dall’inizio. E la parete dedicata al Dottore consente di seguirne la carriera, scandita dal succedersi di 48 caschi.
Non manca una sezione dedicata a Marco Simoncelli con una sua moto, una gigantografia, il casco e la tuta con cui il Mondiale 2008.
“La mostra offre uno scorcio inedito sul motociclismo, quello che conosciamo noi che frequentiamo il paddock, anziché quello che a molti può sembrare solo qualcosa di tecnico, gente che gira in pista per andare sempre più forte”, spiega Drudi, che aggiunge “Invece la passione per la velocità è, a mio avviso, qualcosa di atavico, che tutti abbiamo dentro. I piloti, quando indossano tuta e casco, è come se facessero un passo indietro nel tempo. Cavalieri medievali che si preparano ad affrontare la battaglia, riconoscibili dalle livree delle loro casate. Solo che oggi scendono in pista con la loro moto a sfidare prima di tutto se stessi e poi gli avversari. Così è proprio attraverso la grafica e il design che vogliamo raccontare l’animo romantico del motociclismo”.
Ad immergersi meglio nel clima da competizione contribuiscono gli scatti di Gigi Soldano (Milagro), Mirco Lazzari, Alex Farinelli e Tino Martino, noti fotografi italiani della MotoGP. Ciliegina sulla torta, tre appuntamenti (6 e 27 maggio e 3 giugno, su prenotazione) per una visita guidata nei depositi del Museo alla scoperta della collezione di motociclette storiche.
La mostra “I Colori del Motomondiale”, è promossa dal Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia in collaborazione con La Gazzetta dello Sport, Peraria, Motor Valley dell’Emilia Romagna e il patrocinio di Dorna.
I colori del Motomondiale
5 maggio – 3 giugno 2018
Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci
via San Vittore, 21 – Milano
www.museoscienza.org
Foto Aldo Drudi: credit Paolo Soave
Foto: credit Natalia Quarta.