A Fasano “Racconti da un Sogno”


Vittorio Zigrino, grande e competente appassionato di gare in salita ha raccontato la realizzazione del suo desiderio di sedere da copilota sulla vettura apripista alla Coppa Selva di Fasano. Ruolo che l’insolito co-driver impoverente ha concretizzato sulla Renault 5 GT Turbo Maxi pilotata dal realista Francesco Montagna

Sono passati 25 anni e chi scrive, non si è mai rassegnato all’ idea di provare le sensazioni della corsa di casa, la Fasano Selva.
Occhi troppo deboli per guardare lontano, per immaginare una guida di un’ automobile su strada, figuriamoci in corsa.

Camion sistemato nel paddock e gli occhi di Francesco che guardano scendere quella pedana con sopra il suo turbone: stupenda Renault 5, classe 1981, affettuosamente chiamata da lui ” la culona “.
Le sue forme generose, e il giallo nero della sua livrea, sono simboli che sottintendono una sola parola: ” correre “.
Gli occhi di Francesco, sono quelli che porteranno quelli di Vittorio ad attraversare un sogno, da ” bere ” tutto d’ un fiato come un liquore fortissimo dal gusto brutale.
La fretta nell’ infilarsi l’ abbigliamento racing, un bagno di sudore. Quelle stoffe che ti avvolgono, sembrano contenere qualcosa di indefinito, di elettrizzante. Chiusa la lampo, da quel momento, sei in corsa.
Difficoltoso l’ accesso in quello spazio di passione adrenalinica su quattro ruote.

Inchiodato al sedile dalle rosse cinture a più attacchi, ormai sei dentro di lei, respiri con lei, vivi con la sua meccanica quegli intensissimi minuti.
Entrare nel casco, è come varcare un mondo parallelo, fatto solo di macchina e strada. L’ accensione di quel motore, il sibilo del turbo, sono due voci che ti urlano a chiare lettere: ” dimentica chi sei per qualche minuto della tua vita “.
La linea di partenza come la porta del paradiso per chi ha sempre sognato di varcarla in tanti lunghi anni.
Si riscende dall’ auto in attesa del via. Quelle scarpe che servono per correre generano passi piccoli, pieni di emozione. Il corpo non ha sete, fame, non sente ne freddo ne caldo.
L’ emozione è ormai pianto, sulla spalla dell’ amico Gianni. Il ” grazie ” è la parola più ricorrente verso chi ha reso possibile tutto questo.

Eccoci, di nuovo ancorati a quel veicolo che correrà dritto verso il realizzarsi del sogno inseguito da una vita, contro un solo avversario di nome destino e intanto, si attende quel semaforo.
Tutto è forte su quella strada, quel motore è la colonna sonora di un veloce film fatto di asfalto che curva in rapida successione.
Francesco, accanto, iper concentrato cerca di capire ogni segno che la macchina gli invia, dalle gomme al motore e intanto, dalla Vernesina, già si volge a nord ovest, verso quella Selva vista da me come l’ America per i nostri Migranti.

Leggera Scodata nell’ ultima piega ed ecco l’ arrivo.
Francesco calma quel motore, ma il motore che genera adrenalina di chi scrive, è calato di giri solo alle ore 1,00 di domenica 16 luglio 2017 e domani, saranno 60.