Giovanni Manfrinato: la pensione può aspettare…


Una bella storia sportiva che è nata a Monselice e che è cresciuta attraverso tutta l’Italia, ma anche oltre confine, grazie a tanti rally disputati da Giovanni Manfrinato, che non ha nessuna intenzione di smettere.

Il pilota di Monselice porta avanti una sorta di tradizione di famiglia, vista la lunga militanza nel mondo delle corse e dei rally in particolare. Una passione nata facilmente, grazie anche ad una terra, il veneto, da sempre fabbrica di appassionati e praticanti, che spesso ha regalato grandi piloti di livello internazionale. Giovanni Manfrinato, pur non avendo vissuto una vita sportiva con i galloni da pilota ufficiale, ha spaziato per tanti anni nei più svariati campionati da rally, con anche qualche puntatina nel Campionato Italiano Cross Country Rally, peraltro con buoni risultati. Spesso il veneto ha superato i confini, proprio per andare a misurarsi su strade e contro avversari in una nazione, la Finlandia, che di fatto ha scritto gran parte della storia dei rally. Ottimo pilota, grande esperienza accumulata in tanti anni di corse e voglia intatta per quanto riguarda il presentarsi, ancora oggi, alla partenza di un rally. Lo abbiamo incontrato a ridosso della partenza dell’ultimo Rally In Costa Smeralda, con l’entusiasmo di sempre.

Giovanni, subito una curiosità: sono nati prima i rally o Giovanni Manfrinato?

Ti ringrazio della domanda (…e scoppia in una fragorosa risata) un po’ velenosetta, però che posso dire, tieni presente che il primo rally che sono andato a vedere è stato il Rally San Martino di Castrozza del 1972. Fai pure tu i conti…

Passeremo pure per nostalgici: i rally di una volta, la terra di una volta ed invece terra e rally di oggi. Due epoche e due mondi diversi? O in fondo si corre sempre allo stesso modo?

Beh, purtroppo è cambiato il mondo in mille cose. Per quanto riguarda i rally, sicuramente lo spirito di una volta era molto diverso, anche perché era tutto molto più impegnativo sotto il profilo della prestazione fisica, vista la durata delle gare. Oggi è tutto molto più intenso nello sprint, nella velocità. Si, questa è la differenza più evidente.

I Manfrinato nei rally, praticamente qualche generazione che si è impegnata in questo mondo…

E si, già mio zio aveva una grande passione per i motori. Aveva uno dei primi Miura (l’auto della Lamborghini famosa negli anni ’60 e ’70) ed era un vero appassionato; poi ha cominciato mio fratello ad allungare la nostra presenza nel mondo dei motori, poi ancora, a scalata, sono arrivato anche io. Tantissimi anni a pane e motori…

Fra le tante soddisfazioni che ti sei tolto, quella di un premio, conseguenza di una prestazione importante nella patria dei rally: la Finlandia.

Beh, quella è stata una bellissima soddisfazione e gratificazione. Dopo la terza o quarta partecipazione, siamo riusciti a vincere il gr. N, arrivando anche sedicesimi assoluti , che ancora tiene…

La titolazione tricolore sembra aver contribuito ad un innalzamento del livello del nostro campionato in terra…

Si, certamente è stato un ottimo aiuto. Il livello quest’anno è molto alto, ci sono tanti competitor e speriamo che anche il prossimo anno continui così e magari aumenti l’interesse.

Nel Cir c’è stato Rovanpera, nel tricolore terra è arrivato Bulacia, tra l’altro tuo compagno di squadra. Sedicenni all’assalto. Che idea ti sei fatto? In fondo ti potrebbero essere figli…

Madonna! Se è per quello, mio figlio ha il doppio degli anni! Altro che…pensa che al Rally di San Marino, Agostino, (Roda, Erreffe Rally Team) aveva in squadra il pilota più vecchio e quello più giovane e dunque è stata una bella soddisfazione. Sono veramente giovani piloti con la guida nel sangue. Io li ho visti all’opera e mi hanno impressionato. Nella fattispecie, Bulacia, appena è salito in macchina ho detto subito: questo sa cosa significa guidare una macchina da corsa.

Manfrinato e la pensione: quando accadrà?

E chi lo sa (…altra risata), non vedi che ci stanno portando sempre più avanti la pensione, grazie alla Fornero? E allora io insisto e porto più avanti possibile la mia pensione nei rally…

Beh, allora in bocca al lupo per la pensione che arriverà fra qualche anno; tutto questo vuol dire però che già stai pensando alla prossima stagione?

Si, si. Probabilmente, grazie anche al nuovo sponsor Andreoli che mi supporterà, dovremmo essere presenti anche nella prossima stagione.

Allora l’avventura continua per il veneto, almeno questo è l’augurio, con tanta esperienza ed entusiasmo da mettere sul tappeto, anche perché contro le giovani leve, arrembanti piloti ricchi di talento, bisogna davvero metterci tutto il possibile per non soccombere inevitabilmente. E dunque sarà sempre più interessante questo “scontro generazionale” che di fatto è invece un bellissimo modo di fare sport, dove c’è spazio per tutti: giovani che crescono e “vecchietti” che non mollano mai. Anche così i rally possono assicurarsi un roseo futuro…