E’ la seconda volta che uno straniero vince un titolo “tricolore”, la prima volta fu nel 2015 con un altro francese, l’ex F1 Eric Comas nel 3° raggruppamento del Campionato Italiano Autostoriche.
Il podio completato da Andreucci (Peugeot) e Scandola (Hyundai).
Nocera Umbra (Perugia), 28 settembre 2019
Vittoria in gara e titolo tricolore “terra” conquistato, per i francesi Stephane Consani e Jean Thibault De la Haye (Skoda Fabia R5) al Nido dell’Aquila 2019, penultimo atto del Campionato Italiano Rally Terra (CIRT), organizzato da PRS Group in collaborazione con il Comune di Nocera Umbra e Radio Subasio.
Per Consani, di chiare origini italiane (toscane) è stato il suggello di una stagione altisonante, con la quarta vittoria conquistata su altrettante gare, firmata con un dominio pressoché assoluto ed una condotta di gara esente da errori. Oltre alla conferma di una stagione altisonante, il transalpino ha messo la firma su un nuovo momento anche storico, per il rallismo nazionale, è infatti la seconda volta in assoluto che uno straniero vince un titolo italiano: la prima volta fu nel 2015, nel “tricolore” di auto storiche, ad opera di un altro driver di oltr’alpe, l’ex di F1 Eric Comas che vinse il 3° raggruppamento con la Lancia Stratos (questo Campionato, nel 2011 venne vinto dal norvegese Mikkelsen, ma allora non aveva titolazione tricolore).
Partito al comando, ha cercato subito l’allungo resistendo con tenacia agli attacchi del pluridecorato Paolo Andreucci, in coppia con Briani, su una Peugeot 208 T16 R5. Una gara decisamente maiuscola, quella di Andreucci, che ha riportato in alto le quotazioni della 208 R5 cercando quella vittoria che quest’anno ancora non è arrivata nell’impegno su terra, andandoci molto vicino, conferma di una classe ineguagliabile.
Alla fine “argento”, Andreucci, ha preceduto sul podio il veronese Umberto Scandola, con la Hyundai i 20 R5 ufficiale, condivisa con D’Amore. Una partenza sofferta, quella dello scaligero, dovuta soprattutto al dover “spazzare la strada” avendo il numero uno sulle fiancate, perdendo evidentemente terreno per i primi due impegni cronometrati, per poi rivalutarsi dal secondo giro di prove. Una parte centrale di gara con la quale ha ingaggiato un acceso e spettacolare duello con il locale Francesco Fanari, su Skoda Fabia R5, per la prima volta affiancato da Pietro Elia Ometto. Il pilota di Foligno, fermo dalla scorsa primavera, è tornato in grande spolvero sulle strade amiche, cedendo poi il passo a Scandola con la penultima “piesse”, perdendo il contatto dopo aver centrato un grosso sasso in traiettoria, una “distrazione” pagata pensando di aver danneggiato l’avantreno.
Ancora sfortuna, al “Nido”, per il padovano Nicolò Marchioro, affiancato dall’esperto Marchetti su una Skoda Fabia R5. Se lo scorso anno vide sfumarsi il titolo, quest’anno più o meno è stato lo stesso leit motiv, perdendo il contatto con il vertice già dai primi metri di gara per noie ai freni che lo hanno costretto ad inseguire per tutta la giornata, potendo concludere solo che quinto assoluto.
Sesto sotto la bandiera a scacchi il trevigiano Mauro Trentin, il Campione in carica del “terra”, rientrante dopo un lungo periodo di stop. Con al fianco Alice De Marco , con la Skoda Fabia R5 pure lui, ha terminato la gara in crescendo di sensazioni e di riscontri cronometrici, come da parte sua ha fatto il bresciano Ricci (con Biordi alle note su una Hyundai i 20 R5), anche lui fermo dalla scorsa primavera.
La gara ha portato sfortuna anche al romagnolo Simone Campedelli, protagonista del tricolore “assoluto”, in gara-allenamento con una Ford Fiesta R5. Affiancato come consuetudine da Tania Canton, ha saputo gravitare ai vertici sino a metà gara, quando problemi alla turbina lo hanno cacciato in retrovia, proseguendo comunque per completare il training che aveva in obiettivo, pur con il brivido della foratura nella penultima prova, terminando poi sedicesimo assoluto.
Primo fra le vetture a due ruote motrici ha chiuso il giovane friulano Filippo Epis (Peugeot 208 R2).
TOP TEN FINALE: 1. Consani-De La Haye (Skoda Fabia) in 48’00.7; 2. Andreucci-Briani (Peugeot 208) A 5.4; 3. Scandola-D’Amore (Hyundai I20 New) a 30.7; 4. Fanari-Ometto (Skoda Fabia 1600) a 48.0; 5. Marchioro-Marchetti (Skoda Fabia R5) a 1’04.7; 6. Trentin-De Marco (Skoda Fabia) a 1’08.9; 7. Ricci-Biordi (Hyundai I20 R5) a 2’19.2; 8. Cobbe-Turco (Skoda Fabia R5) a 2’34.2; 9. Novak-Cevc (Skoda Fabia Vr5) a 3’01.5; 10. Versace-Caldart (Skoda Fabia) a 3’04.0.
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