Testo e Immagini ©Massimo Campi
Visitare i luoghi nascosti, scoprire vetture iconiche, storie, aneddoti, passeggiare tra i depositi dove sono conservati auto e materiali della Alfa Romeo normalmente non esposti nel Museo, tutto questo è possibile ad Arese con l’iniziativa delle visite alla Collezione del Museo.
Negli spazi della struttura, non è possibile esporre la grande quantità di mezzi e materiali che ha prodotto il marchio italiano nella sua lunga e gloriosa storia. Molte vetture e prototipi vengono esposte a turno e poi ricoverate negli spazi delle collezione, due piani pieni di importanti testimonianze di una storia che ha fatto del marchio italiano uno di più iconici e conosciuti al mondo.
La visita inizia con una Darracq, la vettura di inizio novecento che lega l’origine del marchio alla futura produzione. La Società Italiana Automobili Darracq nacque a Napoli nel 1906 producendo le automobili su licenza del marchio francese. Poco dopo venne trasferita a Milano con uno stabilimento nella zona del Portello ma ben presto fu posta in liquidazione e venne rilevata da un gruppo di imprenditori lombardi il 24 giugno 1910, facendo nascere la ALFA ovvero l’Anonima Lombarda Fabbrica Automobili.
Da quel momento inizia una storia con i suoi alti e bassi, ma tanta gloria e fama. Dopo la prima parentesi bellica l’arrivo di nuove finanze e di Nicola Romeo, la fabbrica del Portello diventa famosa nel mondo con le sue auto sportive e la conquista del primo titolo mondiale nel 1925.
Un secondo periodo complicato è quello delle Seconda Guerra Mondiale, molti impianti dell’Alfa Romeo vengono riconvertiti alla produzione bellica e varie attrezzature di uso civile, ma anche di cucine, e tutto questo si può vedere nei locali della collezione.
Il marchio italiano si è sempre distinto con molte realizzazioni che hanno creato o cambiato l’immagine dell’automobile e molti prototipi sono stati eseguiti per poi dare inizio alla produzione. Spesso le realizzazione sono state effettuate dai migliori carrozzieri come la Touring fondata da Felice Bianchi Anderloni e Gaetano Ponzoni a Milano, ma anche da Zagato e da Bertone, ed infine dal Centro Stile dell’Alfa Romeo.
Le corse sono state un capitolo importante nella casa italiana, i primi titoli mondiali di Formula 1 segnano le vittorie di Farina e Fangio con l’Alfetta 158 e 159. L’Alfa Romeo è poi tornata alle corse negli anni ’60 ed è ritornata in Formula 1 con una sua vettura, la 177 che esordì nel Gran Premio del Belgio 1977 con alla guida Bruno Giacomelli. L’Alfa Romeo sbarca anche oltre oceano fornendo i motori per correre nelle F.Indy con il V8 realizzato da Claudio Lombardi. Nel settembre 1989 l’Alfa Romeo si lega al team Patrick diretto da Chip Ganassi. La March-Alfa Romeo del team si dimostra veloce ma non dà grandi risultati finché il team divorzia da March e inizia un rapporto con Lola che diventa prioritario. La macchina ottiene dei buoni piazzamenti ma l’avventura nella formula Indy di Alfa Romeo terminerà con un po’ di rimpianto perché il potenziale del propulsore appare ancora oggi più significativo dei risultati concretamente ottenuti.
Infine tra i locali della collezione, oltre al bellissimo prototipo Gr.C che non ha mai corso, ci sono le vetture Turismo più iconiche come la 155 V6 DTM di Alessandro Nannini e la 75 Turbo Evoluzione IMSA che corse il Giro d’Italia 1988 con Biasion, Siviero e Larini.