La metamorfosi di Zarco

_gp_9247.big

Nel 2015 sta lottando per il titolo mondiale in Moto2™ e sembra essersi liberato della nomea di pilota impulsivo e propenso alle cadute.

Johann Zarco (Ajo Motorsport) ha iniziato la sua carriera nel 2007 vincendo il titolo della Red Bull Rookies Cap con 57 punti di vantaggio, registrando così il secondo miglior risultato nella storia della categoria. Da quel momento in poi ha continuato nel Campionato 125cc fino ad arrivare quest’anno ad essere il principale candidato al titolo in Moto2™.

L’atteggiamento del pilota di Cannes è cambiato molto dal 2011, anno in cui si classificò secondo nel Campionato della 125cc, ma è diverso anche rispetto all’anno scorso quando partecipò per il terzo anno alla Moto2™.

Ripercorrendo la carriera di Zarco, è chiaro che il 2011 sia stato un anno decisivo: il francese aspirava ad ottenere l’ultimo titolo della 125cc ma non era il solo, insieme a lui c’era lo spagnolo Nico Terol e i due hanno duellato per tutta la stagione.

Durante il Campionato era piuttosto evidente la superiorità dell’Aprilia di Terol rispetto alla Derbi di Zarco ma il francese non perse il titolo solo per una questione di potenziale ciclistico.

Al Gran Premio di Barcellona, Zarco dette una gomitata al suo principale rivale, un gesto che alla fine della gara costò una penalità di 20”.

Alcune gare dopo, a Misano, si verificò un’altra diatriba tra i due aspiranti al titolo. Quando si rese conto di non avere la possibilità di superare il suo rivale Terol, il francese fece un gesto di disapprovazione, un’azione che lo portò ad essere considerato una testa calda, un aggressivo e rinunciatario. Alla fine della stagione il pilota di Cannes si classificò secondo a 40 punti dallo spagnolo.

Per Zarco il passaggio alla nuova classe di mezzo non è stato facile: nel 2012 e nel 2013 è riuscito ad ottenere due soli podi complessivi. Come ad Austin, dove francese partiva dalla seconda posizione ma al secondo giro ha spinto troppo ed è caduto. Il pilota di Cannes faticava a gestire l’istintività che lo portava a pretendere troppo dalla moto e pur di arrivare davanti oltrepassava il limite, ma in più occasioni quest’istintività l’ha fatto finire a terra e non davanti al gruppo.

Ma un primo passo verso la svolta è arrivato nel 2014 con il passaggio alla Caterham Suter: la stagione non era iniziata di certo nel migliore dei modi per Zarco che nelle prime cinque gare era andato a punti una sola volta ed era caduto in due occasioni. Questi primi risultati gli costarono cari perché la sua reputazione di pilota aggressivo era tornata a riaffermarsi.

Ma il francese ha fatto tesoro dei suoi errori ed è riuscito a migliorare negli appuntamenti successivi e alla fine del 2014 salendo quattro volte sul podio e concludendo la stagione con il sesto posto nella Classifica generale.

Quest’anno stiamo assistendo alla metamorfosi del pilota dell’Ajo Motorsport: sta dimostrando ad ogni occasione che la costanza ha sostituito l’aggressività, la calma e la concentrazione hanno preso il posto dell’irruenza e l’istintività. Nella prima metà del 2015 l’attuale leader del Campionato è sempre salito sul podio, ad eccezione dell’appuntamento al Qatar, dove un problema tecnico non gli ha permesso di arrivare al traguardo.

Nell’ultima gara prima della pausa estiva il pilota di Cannes ha fornito agli spettatori e ai rivali un’ulteriore dimostrazione della sua crescita. Nella seconda parte del GoPro Motorrad Grand Prix Deutschland, Xavier Simeon (Federal Oil Gresini Moto2) ha lottato col francese e solo all’ultimo giro, nell’ultima curva, Zarco ha deciso di finire la gara in seconda posizione senza correre il rischio di cadere.

Fattori come le sospensioni, il telaio e il team hanno un ruolo importante nelle performance di gara nella categoria di mezzo, però diversi piloti hanno dei pacchetti simili a quello di Zarco ma nessuno di loro riesce a combattere per la vittoria in gara e tanto meno per il titolo mondiale. Ciò che ha portato il francese alla leadership del Campionato della Moto2™ non sono solo gli aspetti tecnici, quanto il suo diverso atteggiamento nei confronti delle corse.