La quinta corona di Lorenzo

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Il maiorchino conquista il titolo mondiale al termine di una stagione rocambolesca che si è solo decisa all’ultimo round.

Da quando è salito nella classe regina MotoGP ™ nel 2008, Jorge Lorenzo è sempre stato un serio candidato al titolo. La sua prima stagione ha rappresentato fino ad oggi uno dei debutti più impressionanti e da allora il maiorchino ha continuato a crescere e maturare ogni anno. La sfortuna lo ha afflitto nel 2014, a cominciare da quella partenza anticipata alla seconda gara dell’anno a Austin, che lasciò intendere le difficoltà poi incontrate.

I test invernali avevano riportato delle indicazioni positive, con il team ufficiale Movistar Yamaha MotoGP in grado di migliorare i punti deboli della M1 e con un cambio nel programma di allenamento fisico che aveva permesso al maiorchino di presentarsi ai nastri di partenza nella migliore forma possibile.

L’inizio però non è dei migliori. Nella gara inaugurale in Qatar, mentre si trova in lotta per il podio con il gruppo di testa, Lorenzo deve rinunciare all’assalto finale per un sopraggiunto problema col casco: un pezzo dell’imbottitura gli si stacca e riduce la visuale del maiorchino, che è costretto ad alzare il ritmo e a chiudere in quarta posizione, con il suo compagno di squadra Valentino Rossi nega la vittoria alla Ducati di Andrea Dovizioso.

Il risultato non cambia ad Austin, in Texas, dove da tre anni impera Marc Marquez e il maiorchino conclude nuovamente alle spalle del suo team-mate, già leader del mondiale. La musica non cambia neanche in Argentina, dove una scelta di gomma errata relega Lorenzo in quinta posizione al traguardo, lontano per la bagarre per la vittoria.

Il rientro in Europa fa bene a Lorenzo, che addirittura mette a segno una striscia positiva di ben 4 vittorie consecutive: un risultato mai raggiunto prima dal maiorchino, neanche nelle annate dei suoi precedenti titoli iridati e per giunta ottenuto sempre conducendo la corsa dal primo all’ultimo giro.

Jerez, Le Mans, Mugello e Catalunya: tutti questi circuiti cadono sotto il suo ritmo impressionante, che ha ormai inserito la modalità ‘Martillo’ concedendo poco e nulla agli avversari: nel round andaluso e in quello italiano, Lorenzo rifila oltre 5”5 al secondo classificato, mentre il suo compagno di squadra Valentino Rossi consolida la leadership in classifica.

Il pesarese rifà al Dutch TT di Assen, in cui Lorenzo soffrì  due anni prima di uno dei più grandi infortuni della sua carriera agonistica, con la frattura alla clavicola che gli costò poi il titolo a vantaggio di Marc Marquez. Un weekend difficile per il maiorchino, che nonostante tutto chiude terzo alle spalle della lotta tra Rossi e Marquez, risoltasi all’ultima chicane a favore del Dottore.

Anche in Germania si prospetta una gara non facile: Lorenzo infatti non ha mai vinto al Sachsenring nella classe regina e questo 2015 non fa eccezione per il maiorchino, che chiude nuovamente giù dal podio. Il giro di boa, dopo la pausa estiva, si apre invece con bella prestazione di Indianapolis, che Lorenzo chiude al secondo posto davanti a Rossi. Ma è solo il preludio della sua rincorsa.

A Brno infatti il maiorchino vive forse il miglior weekend di gara della stagione, centrando la pole position al sabato e la vittoria domenica, la sua quinta della stagione. Soprattutto, in virtù del terzo gradino del podio di Rossi, Lorenzo riesce nell’operazione ‘aggancio’ in testa alla classifica a quota 211, in condivisione con il pesarese.

Da questo momento della stagione però, il meteo ha iniziato a giocare un brutto tiro al maiorchino, stravolgendone i piani in gara. A Silverstone si ripresentano i ‘fantasmi del Qatar’ e, stavolta con la visiera appannata, Por Fuera non va oltre il quarto posto mentre Rossi torna a vincere. A Misano potrebbe tentare la vendetta nella gara di casa dell’italiano ma, dopo aver dominato in tutte le sessioni, in gara la pioggia rimescola le carte, con i piloti costretti per ben due volte al cambio-moto.

Lorenzo e Rossi sono gli ultimi a tornare ai box studiandosi a vicenda, ma al rientro in pista il maiorchino esagera e cade. A 23 punti dal pesarese il mondiale sembra ormai perduto. Fortunatamente per il Martillo, arriva il GP di Aragon: al MotorLand il maiorchino è scatenato e si porta a casa il trofeo da lui stesso disegnato, mentre Rossi cede nel corpo-a-corpo con Dani Pedrosa e chiude terzo.

Si parte con la triplice trasferta asiatica: tre gare di fila e senza sosta in cui si può affondare l’assalto decisivo al titolo 2015. Ma è Pedrosa a salire in cattedra sul circuito di proprietà della Honda a Motegi e a conquistare la sua 50ª vittoria in carriera, lasciando ai rivali della Yamaha gli altri due gradini del podio, a vantaggio del pesarese.

In quel di Phillip Island si celebra la più bella corsa del decennio con quattro assoluti protagonisti. Una corsa emozionante e combattuta senza esclusione di colpi, che vede Lorenzo perdere la vittoria per un gran sorpasso di Marquez all’ultima curva e Rossi perdere il podio contro un coriaceo Iannone.

La Malesia si rivela una corsa drammatica, segnata dal contatto tra Rossi e Marquez e costata la gara a quest’ultimo. La Direzione Gara infligge al pesarese 3 punti di penalità che lo costringono a partire dall’ultima casella della griglia a Valencia, mente Lorenzo chiude secondo alle spalle del redivivo Pedrosa e si porta a -7 dal Dottore, quando manca una sola gara alla fine.

Sul tracciato Ricardo Tormo di Cheste, Jorge Lorenzo domina dall’inizio alla fine resistendo al ritorno delle Honda di Marquez e Pedrosa e, nonostante la rimonta di Rossi sino alla quarta posizione, si laurea Campione del Mondo MotoGP™ per la quinta volta nella sua carriera, chiudendo la stagione 2015 con un bottino di 7 vittorie e un totale di 330 punti.

Fonte: motogp.com