Di Massimo Campi – foto Michele Mereghetti– Massimo Campi copyright ©
Gare e vetture bellissime, tanta passione accompagnata dal fascino del circuito monegasco. È questo il riassunto del Monaco Grand Prix Historique, con bellissime vetture in pista e tanto pubblico sugli spalti in un fine settimana all’insegna dell’automobilismo sportivo nel clima soleggiato del Principato.
Ben otto categorie in pista iniziando dalle vetture anni ’30 precisamente dal 1929, anno in cui venne disputata la prima edizione del GP di Monaco, fino all’inizio deli anni ’80 del secolo scorso. Tra le varie ricorrenze c’è stata la parata dedicata ad Aryton Senna, che proprio a Montecarlo, nel 1984, si mise in luce conquistando il secondo posto con la sua Toleman-Hart. Alcune sue vetture sono state esposte nei paddock e sabato sono scese in pista, per qualche giro, condotte da piloti amici, come il nipote Bruno Senna al volante della McLaren Mp4, Thierry Boutsen sulla Lotus-Renault Turbo del 1985, Eddy Irvine sulla Ralt rt3 del West Surrey Racing e Stefan Joahsson, che doveva sfilare sulla Toleman, subito ferma in una nuvola di fumo.
La prima vittoria di questo 14° Gran Premio Storico di Monaco, è stata conquistata da Claudia Hürtgen nella Classe A2, quella dedicata a Juan Manuel Fangio, l’espertissima pilota tedesca è stato premiato da Ruben Fangio, figlio del cinque volte campione del mondo argentino. Claudia Hürtgen ha vinto con la sua Ferrari Dino 246 del 1960, precedendo di 20 secondi Marino Franchitti, fratello di Dario (tre volte vincitore della 500 Miglia di Indianapolis). Il trofeo “Louis Chiron” dedicato alle anteguerra ed alle monoposto a motore anteriore è stato vinto da Paddins Dowling che ha dominato il parco partenti sin dalle prove al volante della ERA R5B del 1936 appartenuta al Principe Bira.
Cinque vittorie a Monaco! Come il compianto Graham Hill, a cui era dedicata la serie B, per Andy Middlehurst che ha conquistato il gradino più alto del podio dopo avere vinto già nel 2012, 2014, 2016, 2018. Middlehurst ha vinto con la sua Lotus 25 ex Jim Clark la categoria fino a 1,5 litri. Combattendo contro la Ferrari 1512 del 1964, ex John Surtees e Lorenzo Bandini, di Joe Colasacco, già vincitore qui nel 2004 e nel 2022. Al via anche Marco Cajaini con la sua DeTomaso Alfa Romeo delle Scuderia del Portello.
Lotus ancora sul gradino più alto del podio nella serie C dedicata alla vetture Sport a motore anteriore dal 1952 al 1957. Sorpreso alla partenza, Max Smith-Hilliard ha completato una splendida rimonta al volante della sua Lotus MK X , che era in testa alla classifica venerdì pomeriggio ed è transitato sotto la bandiera a scacchi davanti alla Maserati 300 S di Claudia Hürtgen , partita dal 4° posto in griglia.
La gara di Serie D “Jackie Stewart” era riservata alle vetture di F1 delle stagioni dal 1966 al 1972, equipaggiate con motori aspirati da 3 litri. Michael Lyons, partito dalla pole position, sembrava poter continuare le sue numerose vittorie nel Principato, al volante di una bella Surtees TS9 del 1971, ma un problema meccanico alla Rascasse ha costretto l’inglese a rientrare ai box, mentre era in vantaggio con un ampio margine. Come immediata conseguenza del suo ritiro, il primo posto è andato subito al giapponese Katsuaki Kubota (Lotus 72), già vittorioso nel 2014 e molto emozionato all’arrivo: “Penso molto a mio padre, perché è mancato a fine Aprile. Mi ha aiutato molto a diventare un pilota”, ha detto il vincitore. Menzione speciale per Adrian Newey, il geniale ingegnere della Red Bull Racing, splendido quarto, ai piedi del podio, su una Lotus 49B rossa del 1968, costruita dieci anni dopo la sua nascita.
Vittoria dell’inglese Stuart Hall, partito in pole position nella gara della Serie E (monoposto di F1 costruite tra il 1973 e il 1976), denominata “Niki Lauda”. L’inglese ha vinto con la sua McLaren M23 tutta bianca del 1973, superando Nicholas Padmore (Lotus 77) e Michael Lyons (McLaren M26). Ritiro per Marco Werner l’esperto tedesco, tre volte vincitore della 24 Ore di Le Mans che si è dovuto fermare per motivi tecnici con la Lotus 76 della stagione 1974 ex Ronnie Peterson. Buona la prestazione del monegasco Frederic Lajeox con la Surtees ex Alan Jones, sesto sotto la bandiera a scacchi. Piccola delusione per Marco Fumagalli che stava lottando nei primi dieci quando ha dovuto fermarsi per la perdita di acqua del radiatore della sua Ensign N174 causata da un sasso. Il monegasco Fabrice Notari è giunto 13° con la Shadow Dn1 ex Graham Hill e gestita dalla italiana Formula Project.
La gara più complessa del fine settimana è stata quella della serie F, con la monoposto di Formula 1 dal 1977 al 1980. La competizione dedicata a “Gilles Villeneuve” è stata interrotta per tre volte dalla bandiera rossa a causa dei troppi incidenti avvenuti in pista. La vittoria dopo lo stop definitivo è andata a Michael Lyons, autore della pole sabato con il suo Hesketh 308 E blu, nei colori di una famosa rivista maschile. Al 33enne britannico è bastato non essere coinvolto nei vari incidenti nelle due partenze da fermo e nella partenza lanciata, per ottenere l’ottavo successo nel Principato dal 2012. Dietro al fortunato vincitore, hanno completato il podio due splendide Fittipaldi gialle, “made in Brazil”: la F5A di Miles Griffiths, connazionale di Lione, e la F6A di Jonathan Cochet, campione francese di Formula 3 nel 2000. Al via nella serie anche gli italiani Marco Coppini, classificato 16° assoluto e Gianluigi Candiani, 14° entrambi con delle Arrows.
L’ultima gara di questo meraviglioso fine settimana è stata quella della Serie G, un omaggio ad Ayrton Senna alla presenza di diversi membri della sua famiglia (Bianca, Paola e Bruno) che hanno distribuito coppe e premi sul podio finale. La vittoria è andata a un pilota classe 1984, il britannico Stuart Hall l secondo successo in questa edizione ed alla sua quinta vittoria in un Gran Premio di Monaco Storico, dopo il successo inaugurale nel 2016 e altri due nel 2022. “Devo ringraziare i commissari, perché hanno fatto un lavoro fantastico durante tutto il fine settimana”, ha detto l’eroe della giornata, che ha gareggiato anche nelle gare di durata nell’American Le Mans Series (ALMS) e nella 24 Ore di Le Mans (4° nel 2007). Hall ha portato al successo la sua March 821 che non aveva mai vinto a Monaco davanti a due Lotus, quelle di Marco Werner e Michael Lyons, e tre Tyrrell. Grande soddisfazione anche per Valerio Leone, nono con la sua Arrows nella prima gare in Formula 1 sulle strade monegasche.