di Maurizio quarta
Per quei pochi che ancora non lo sanno, il termine Motor Valley identifica il tratto della via Emilia che va da Piacenza a Rimini, caratterizzato dalla concentrazione di tante grandi e piccole case del motorismo italiano, di quindici musei d’auto e moto d’epoca e di tanta passione e tanta cultura collegate allo sport dei motori.
Nel prossimo mese di maggio, dal 16 al 19, la Motor Valley sarà protagonista di un vero e proprio storytelling “reale” in cui a raccontarsi in una sorta di festival diffuso, che avrà il suo epicentro in Modena, saranno non solo le eccellenze motoristiche del territorio, ma anche quelle culturali (es. gastronomia e moda).
Per Stefano Bonaccini, Presidente della Regione Emilia Romagna, “la Motor Valley dell’Emilia Romagna rappresenta per le sue molteplici valenze una risorsa unica per il nostro territorio. Sono oltre 66.000 gli occupati nelle 16.500 imprese attive, con 5 miliardi di euro di fatturato dall’export”.
Altrettanto significativo è l’impatto in termini turistici: secondo Andrea Corsini Assessore Regionale al Turismo dell’Emilia Romagna “L’impatto del prodotto tematico Motor Valley si è tradotto, nel 2017, in 135 milioni di euro derivanti dal movimento turistico verso musei e collezioni nell’area di Modena e Bologna a cui si è aggiunta la ricaduta economica di oltre 171 milioni di euro derivanti dalle attività dei circuiti di Misano e Imola”
L’evento nasce dalla volontà realizzativa e dalla collaborazione tra Motor Valley Development, Regione Emilia Romagna, Comune di Modena, BolognaFiere e ModenaFiere e ACI Modena e vuole confermare la capacità di un territorio di fare rete e valorizzare le peculiarità che lo contraddistinguono a livello internazionale, facendo perno sull’industria dei motori e sulla capacità di attrazione del territorio.
Una formula che si traduce in un evento diffuso capace di coinvolgere la città e il territorio con molteplici iniziative: il Campionato Fia per auto elettriche di serie, Motor1days, il Ferrari Tribute, il passaggio della 1000 Miglia Storica, l’Expo.
Particolarmente interessanti quelle mirate a lavorare su sviluppo delle competenze e innovazione.
Accanto alle Università dell’Emilia Romagna saranno ospitate le migliori Università Italiane e le start up legate al mondo dell’automotive. Nello stesso contesto, i principali brand del Motorsport porteranno in scena le più significative novità del settore.
Oppure il progetto MASA che nasce dalla collaborazione fra Comune di Modena e Università di Modena e Reggio Emilia con Maserati SpA e che si traduce in attività di ricerca e test per la guida autonoma nelle sue varietà di interazione possibili.
Verrà celebrato anche un importante compleanno: il ventennale della Zonda di Pagani.
Per far comprendere il valore del sistema Motor Valley, niente di meglio che chiedere a chi in Motor Valley lavora, è cresciuto e ha fatto crescere aziende e creato occupazione.
Partiamo dalla concretezza, simpatia ed entusiasmo di Giancarlo Minardi: “Motor Valley è il termine più appropriato per accumulare la passione e le capacità Industriali che questa terra, l’Emilia-Romagna, sprigiona da tutti pori … direi che abbiamo molto da insegnare e quindi attrarre verso la Motor Valley tanta gente desiderosa di apprendere le nostre tecnologie, conoscere le eccellenze, visitare i nostri musei e le nostre terre”.
Andrea Pontremoli, CEO e General Manager di Dallara Automobili, in una sua recente intervista apparsa su queste pagine, ha detto: “Sono un convinto assertore del fatto che oggi la competizione non sia più tra singole aziende, bensì tra sistemi territoriali. La nostra regione, nella cosiddetta Motor Valley, ha una concentrazione di competenze, conoscenze, reputazione e presenza di mercato che ben poche altre zone al mondo possono vantare nel mondo dei motori. Sarebbe un peccato non mettere a fattor comune questo patrimonio, nel perseguimento di logiche puramente individualistiche.”
Concetto rafforzato da Stefano Domenicali, Presidente e CEO di Lamborghini: “Noi siamo nati e cresciuti in piena Motor Valley e quindi per noi rappresenta un valore, da coltivare con cura data la concentrazione di competenze, di conoscenze, di storia e di tradizione presenti sul territorio.
Competenze e conoscenze sono termini ricorrenti: non è quindi un caso che in Motor Valley sia nato il progetto MUNER (Motorvehicle University of Emilia-Romagna) caso quasi unico nella creazione di competenze per un sistema territoriale di aziende.
Sempre Pontremoli: “Si tratta di un progetto unico nel suo genere in Italia e all’estero, che vede coinvolte le quattro università tra le più antiche al mondo (Bologna, Ferrara, Modena-Reggio Emilia, Parma) e le otto case motoristiche (ndr. le cinque legate alla F1, Dallara, Ferrari, Haas, Toro Rosso e Magneti Marelli, insieme a Automobili Lamborghini, Ducati e Maserati) del nostro territorio, in una sorta di hub che punta ad attrarre studenti universitari da tutto il mondo con l’obiettivo di creare gli ingegneri di domani, in tutti i campi legati al mondo dei motori (stradali, da competizione, sostenibili, etc.).”
Obiettivo del progetto è attrarre talenti, ovvero i migliori studenti universitari da tutto il mondo con l’obiettivo di formare e inserire nel mondo del lavoro gli ingegneri di domani, i professionisti che progetteranno veicoli stradali e da competizione, i sistemi di propulsione sostenibili e i sottosistemi per le funzionalità intelligenti e gli impianti di produzione all’insegna dell’Industria 4.0.
Il tutto si concretizza in due lauree magistrali internazionali e inter-ateneo, con corsi completamente in inglese: Advanced Automotive Engineering e Advanced Automotive Electronic Engineering.
Gli elementi vincenti del progetto secondo Stefano Domenicali: “Almeno due. Al primo posto, la creazione di competenze per il nostro comparto industriale. Il mondo dell’auto evolve molto velocemente: chi meglio di un produttore di automobili può conoscere di quali competenze avrà bisogno nei prossimi anni e creare dei percorsi ad hoc per svilupparle? Al secondo, l’aver dimostrato che, a fronte di macro obiettivi condivisi, aziende tra di loro anche fieramente concorrenti sono state capaci di fare sistema e di superare il malvezzo tipicamente italiano delle lotte intestine tra Guelfi e Ghibellini”.
E Toro Rosso, attraverso Otello Valenti, suo HR Director “ … La Motor Valley italiana, paragonabile per innovazione e tecnologia alla Silicon Valley californiana, ha sviluppato un modello di “competizione cooperativa” che unisce le eccellenze industriali e accademiche dell’Emilia-Romagna e rappresenta un grande esempio di come si puó trasformare una sfida in una opportunità che parte dal territorio e guarda al mercato globale. … Nelle competizioni di Formula 1, cosí come nel mercato globale, il successo deriva dalla capacitá di “mettere le ali” alle qualitá delle persone all’interno di un gioco di squadra ben organizzato. Nessuno vince da solo”.
Non è quindi casuale la scelta di Randstad come azienda partner per lo sviluppo del loro Education Center, per poter “… affrontare in modo proattivo la talent scarcity del mondo del lavoro, progettando percorsi di formazione e supportando le organizzazioni nella previsione delle competenze necessarie …”, come ribadisce Fabio Costantini, COO Randstad HR Solutions.
Il MUNER può essere considerato a ragione solo la punta di un iceberg: ad esempio, Pontremoli è uno dei padri, e direttore, del Master Executive in Innovazione e Tecnologia presso l’Università di Bologna; Lamborghini ha stretto accordi con MIT e Stanford (con quest’ultima sono stati studiati dei percorsi formativi per i loro studenti sia in USA sia a Sant’Agata Bolognese”. Toro Rosso è tra gli animatori dei percorsi di formazione tecnica superiore post diploma (ITS) sviluppati in Emilia Romagna.
Passando al motorismo sportivo, non possiamo non ricordare, come dice Federico Bendinelli, (Presidente di ACI Bologna, già Presidente e A.D. dell’Autodromo di Imola, nonché membro italiano della Commissione FIA di F1 e gran negoziatore con Bernie Ecclestone), che “in Emilia Romagna è presente una concentrazione di circuiti motoristici senza uguale nel resto del Paese: Imola, Misano, Varano, Modena e Fiorano (di proprietà della Ferrari). Imola, che Enzo Ferrari chiamava “il piccolo Nurburgring” ed Ayrton Senna considerava uno dei più bei circuiti del mondo, “secondo solo a Spa”, negli anni della F1 generava un fatturato di poco inferiore ai 20 milioni di euro, con però un indotto generato dalle 250.000 presenze annue abbondantemente superiore ai 50 milioni”.
per finire, non molti sanno che la trazione elettrica è di casa in Motor Valley: la prima auto elettrica è stata costruita e venduta da Tazzari di Imola nel 2009, e sempre nel Modenese si trova Energica Motor Company, produttrice di moto elettriche e costruttore unico per la il campionato FIM Enel MotoE™ World Cup.