Di Maurizio Quarta
Ferrari fa sempre notizia, anche all’inizio di un’annata di F1 che si prospetta faticosa e probabilmente avara di grandi obiettivi e soddisfazioni: non poteva non essere così anche per l’annuncio delle fasi conclusive di un lungo percorso di selezione che porterà alla scelta della prima pilota donna per il Cavallino, ripreso da grandi quotidiani e i telegiornali, anche in prima serata, con ampi servizi.
E sul web in molti hanno inteso, o voluto intendere, che un futuro pilota della Rossa di F1 sia stato scelto.
Il discorso è in realtà più complesso articolato e trova la sua motivazione nel programma FIA Girls on Track – Rising Stars, creato dalla Women in Motor Sport Commission (WIM) della Federazione Internazionale dell’Automobile (FIA) con l’obiettivo di identificare, in tutto il mondo, talenti femminili di età compresa tra i 12 e 16 anni per aiutarli e sostenerli in un percorso di crescita e maturazione personale e agonistica fino anche alle categorie top del motorismo sportivo.
La Ferrari Driver Academy (FDA) è stata fondata nel 2009 esattamente con quello scopo, ma è finora rimasto un territorio esclusivamente maschile, che ha avuto 19 allievi, alcuni dei quali arrivati in F1, incluso Charles Leclerc divenuto giovanissimo pilota ufficiale della Scuderia di Maranello. L’accordo quadriennale di collaborazione siglato da FDA prevede un lungo e articolato processo di selezione (con criteri esattamente identici a quelli utilizzati per i piloti maschi) che, partendo dalle indicazioni fornite alla FIA dalle 145 autorità automobilistiche nazionali ad essa affiliate in tutto il mondo, ha identificato, nello scorso mese di febbraio, 20 ragazze.
Un’alternanza di training camp e momenti di test e verifica (della capacità di guida, ma anche della “maturità” personale) effettuati sul circuito francese del Paul Ricard, alla guida di kart e di F4, il numero si è via via ridotto a dodici, poi a otto e infine alle quattro che hanno vissuto l’esperienza di assurgere alle pagine della cronaca: in ordine alfabetico, le brasiliane Julia Ayoub di 15 anni, e Antonella Bassani di 14, la francese Doriane Pin di 16 e Maya Weug, anche lei di 16 anni, nata in Spagna da madre belga e papà olandese.
Anche il programma di Ferrari ha dovuto fare i conti con il COVID, che ne ha causato una sospensione temporanea legata alla positività di una delle ragazze.
Nei prossimi giorni le ragazze affronteranno a Maranello un programma molto intenso che prevede test fisici, prove attitudinali, sessioni di guida al simulatore, attività di comunicazione oltre ad una serie di approfondimenti sui regolamenti sportivi e sui comportamenti da tenere in pista e fuori nel corso delle competizioni.
Giovedì e venerdì il rush finale che prevede la guida, sul circuito di Fiorano, di una F4 equipaggiata con gomme Pirelli identiche a quelle impiegate nel campionato italiano.
E nei giorni a seguire una commissione tecnica indicherà il nome della prima pilota Rosa della Rossa, che alla fine è risultata essere la sedicenne Maya Weug.
Il nome Ferrari ha sicuramente un effetto alone positivo, visto come e quanto il tema della diversity nel mondo del motorsport è stato ripreso e trattato dopo l’annuncio.
E’ però corretto e ricordare che il tema delle quote rosa è da anni uno degli obiettivi della FIA, al cui interno, nel 2009, è stata creata la Women in Motorsport Commission (WIM), sin dall’inizio presieduta dalla grande pilota francese Michèle Mouton. L’obiettivo non è, come qualcuno ha già cominciato a scrivere sui social “avere una donna pilota ogni tre uomini”, bensì garantire alle donne di talento le stesse opportunità che si aprono al sesso opposto: ad oggi infatti, l’accesso alle categorie top del motosport sembra molto difficile e complicato e anche le poche che ci riescono difficilmente trovano sbocco in un top team.
In epoca recente, la Mouton ha trovato un paladino deciso e battagliero in Richard Mille, fondatore della maison di orologeria omonima, che da tempo, nel suo ruolo di Presidente della Fia Endurance Commission, si è dato la missione di rendere il motorsport sempre più femminile, promuovendo l’impiego di donne in tutti i suoi ruoli, operativi, come piloti e come manager.
Da imprenditore e uomo d’azione qual è, Richard Mille ha dato vita ad un team interamente rosa che nel campionato LMP2 porta in pista un telaio ORECA 07 con un motore Gibson da 600 hp.
La vettura, in una splendida colorazione rosso fuoco (vedi foto al pit stop), ha realizzato un grande risultato alla 24 Ore di Le Mans dove è stata 9° di classe e 13ma assoluta e anche alla recente tappa monzese dell’ELMS dove si è classificata 11ma assoluta.
Da una lunga e rigorosa selezione sono state selezionate le tre conduttrici: Tatiana Calderón, 27 anni colombiana, prima e unica a salire sul podio nella F3 inglese; Beitske Visser, 25 anni olandese, dal mondo di Bmw Motorsport e Sophia Flörsch, 19 anni tedesca, nota alle cronache per lo spaventoso volo al GP di Macao di F3 del 2018, quando la sua vettura si sollevò da terra di quasi tre metri.
Coordinatore del team Katherine Legge, pilota inglese di grande esperienze, che nei suoi oltre 20 anni di carriera ha guidato vetture di qualsiasi categoria, mentre il supporto tecnico è fornito da Philippe Sinaut, attuale campione WEC e vincitore a Le Mans in classe LMP2.
Un altro progetto in rosa è quello creato da Deborah Meyer con il suo Iron Dames, che potremmo definire la versione al femminile del team Iron Lynx, anche alla luce della livrea caratterizzata da grandi pennellate di rosa che creano un potente impatto visivo e di messaggio. Deborah Meyer, ambasciatrice Ferrari per le donne nel motorismo sportivo ha corso nel Ferrari Challenge, nel programma FXX e nel campionato GT.
Il progetto ha ottenuto nel 2019 il patrocinio, ben evidenziato sul muso della vettura, della Women in Motorsport Commission (WIM) della FIA.
Primo grande risultato: prima line-up femminile nella storia alla 24 Ore di Le Mans su una Ferrari.
A Monza si sono alternate al volante della Ferrari 488 GTE Manuela Gostner, Rahel Frey e Michelle Gatting, piazzandosi terze di classe e 24me assolute.
Le quote rosa hanno fatto un grande salto di qualità anche “fuori pista”, come dimostra la recente nomina di Alessandra Zinno a Direttore dell’Autodromo di Monza, ruolo in cui la presenza femminile si limita a quattro casi in tutto il mondo: conosceremo meglio il suo pensiero sull’argomento, e non solo, nell’interessante intervista che pubblicheremo nei prossimi giorni.
Foto1:credit@Scuderia Ferrari Press Office
Foto2/3: Maurizio Quarta
Foto4: credit Autodromo di Monza