Porta un cognome che negli ultimi anni è diventato importante nel mondo delle due ruote, ciò nonostante Alex Marquez si è ritagliato un ruolo da protagonista che l’ha portato in questo fantastico 2014 a vincere il suo primo titolo iridato, fortemente inseguito e conquistato all’ultima gara. Rivediamo insieme come è andata…
Cresciuto nell’ammirazione delle gesta del fratello maggiore Marc, il giovane Alex, 18 anni compiuti la scorsa primavera, si è messo in luce quest’anno liberandosi del ’peso’ del suo cognome (a volte ingombrante) e mostrando al mondo la sua determinazione nell’inseguire un traguardo che a inizio 2014 sembrava molto difficile da raggiungere.
Sulla carta Alex era inserito nella lista dei favoriti per la vittoria finale: veniva dalla sua prima vittoria in carriera maturata nel finale del 2013 e militava in uno dei due team più quotati. Ma proprio la struttura della squadra in inverno aveva preso una decisione importante e, se volessimo vederla sotto altra ottica, forse anche ‘azzardata’: lasciare la fortissima KTM, dominatrice nella categoria cadetta, in luogo della non impeccabile Honda.
Eppure la struttura della Estrella Galicia 0,0 ha lavorato incessantemente, a stretto contatto con gli ingegneri giapponesi per recuperare il gap dalla rivale austriaca. Quando una moto è nuova come la NSF 250 R, i test non sembrano mai abbastanza. Non è tutto: anche quest’anno Marquez si ritrova a fare i conti nel box con il suo omonimo, nonché vice-Campione della categoria, Alex Rins.
L’inizio in Qatar sembra pendere proprio dalla parte del suo team-mate, che strappa la pole position ma è il giovane Marquez a soprendere perché grazie al suo secondo tempo le due Honda mettono in riga tutte le altre moto. In gara, Alex commette un banale errore in scalata e regala la vittoria alla KTM ufficiale dell’australiano Jack Miller, passato inverno proprio dalla Honda alla casa di Mattighofen in inverno.
Si va in Texas ma gli USA non portano fortuna ad Alex come a suo fratello maggiore Marc: seconda fila in qualifica a oltre 1” dal poleman Miller e ritiro in gara per esser caduto all’ultima curva mentre era impegnato nella bagarre per il podio con Vazquez e Fenati. Miller, intanto, vince anche la seconda gara e si invola a punteggio pieno.
Alex Marquez sembra smarrito anche in Argentina: sul tracciato Termas de Rio Hondo, lo spagnolo registra delle qualifiche disastrose uscendo addirittura nella top ten. Poi, come d’incanto, nel warm up si accende una spia e in gara il neo maggiorenne si rende autore di una rimonta incredibile di ben dieci posizioni, chiudendo 2° alle spalle di Fenati.
E’ il momento dell’ascolano. Galvanizzato dalla vittoria, l’asso dello Sky Racing VR46 concede il bis anche nel rientro in Europa, a Jerez de la Frontera. Alex chiude settimo e il ritardo in classifica inizia a farsi consistente. La situazione peggiora ulteriormente nelle due gare successive. In condizioni e tracciati molto diversi tra loro, Le Mans e Mugello, Alex Maruqez attraversa il suo periodo nero arrancando in prova e terminando lontano dal podio in Francia e addirittura sentendendosi a pochi metri dal traguardo. Intanto Miller e Fenati, si prendono ancora un’altra gara a testa e conquistano la scena.
A questo punto della stagione la Honda capisce che è il momento di intervenire e porta degli aggiornamenti alla sua piccola nata: sottili ma significative migliorie che consentono ai due Alex del team Estrella Galicia 0,0 di fare il salto di qualità. Tutti gli occhi sono puntati su Rins ma, a sopresa, è Alex Marquez a stupire tutti: non fallisce l’appuntamento col tracciato di casa al Circuit de Barcelona-Catalunya conquistando in un sol colpo la prima pole e la prima vittoria stagionale. Non domo, il giovane dei fratelli di Cervèra concede il bis anche in quel di Assen, in Olanda, due settimane più tardi.
In Germania, prima di andar tutti in vacanza, Miller torna al successo e ristabilisce le distanze. Alla ripresa delle ostilità, si assiste a una situazione anomale per la Moto3, con i primi successi in carriera dei ‘veterani della categoria’ Vazquez e Masbou, rispettivamente in quel di Indianapolis e di Brno. Se non altro le due tappe, confermano la crescita della Honda che oramai ha incredibilmente colmato il gap con la KTM.
La conferma arriva dal due ‘doppiette’ consecutive del team Estrella Galicia 0,0 a Silverstone e Misano: in entrambe le occasioni è pero Alex Rins a precedere Marquez sul traguardo. In classifica, Miller & Co. iniziano a perder colpi, mentre lo spagnolo fa della continuità sul podio la sua arma milgiore. Si torna in terra spagnola, al MotorLandAragòn: è qui la svolta della stagione. In un contatto al limite, Miller va fuori; pur beffato in volata sul traguardo da Romano Fenati, col suo secondo posto Alex Marquez diventa il nuovo leader della classifica.
Il circus si sposta in Asia per il trittico di gare consecutive del mese di ottobre. Il primo dei tre appuntamenti è in Giappone: proprio quella Motegi in cui 12 mesi prima Alex aveva centrato la prima vittoria assoluta della sua carriera. Il weekend parte male, con la terza fila nelle qualifiche ufficiali; la gara invece è un trionfo: nell’ultimo giro Kent e Miller si ostacolano a vicenda e vanno larghi regalando a Alex la terza vittoria stagionale.
A Phillip Island, Marquez si presenta con un vantaggio di 25 punti sull’australiano. Ma l’idolo della folla non fallisce l’appuntamento con il circuito di casa e vince la gara proprio davanti al rivale spagnolo. Il gap si riduce a 20 punti, la Malesia è alle porte. A Sepang i due non si risparmiano le sportellate, toccandosi piú volte ai limiti del regolamento: Miller arriva davanti e si presenta all’ultima gara di Valencia a -11 in classifica. Il resto, appartiene già alla storia…
Fonte: motogp.com