il 1 settembre 1985 scompariva uno dei grandi talenti del motorsport – di Massimo Campi
1° settembre 1985, pomeriggio di fine estate, a Spa si disputa la 1000 Chilometri, una classica del Mondiale Endurance. La Porsche è la regina, la vettura da battere e molti team privati hanno adottato il prototipo gruppo C della casa di Stoccarda. La squadra ufficiale, il Team Rothmans, è al via con la nuovissima 962, l’ultima evoluzione della biposto tedesca. Con una meno recente 956B del Team Brun corre Stefan Bellof, giovane promessa tedesca dell’automobilismo, ex pilota ufficiale Porsche e campione del mondo 1984 in coppia con l’esperto Derek Bell. Ma per il 1985 aveva preferito accasarsi con il Team Brun, che gli aveva prospettato un programma migliore rispetto a quello ufficiale e non doveva patire la concorrenza interna dei vari senatori come Ickx e Bell.
Al via il dominio Porsche è totale, con Jacky Ickx leader fra i piloti dello squadrone Porsche Rothmans, che prende il comando della gara mentre Stefan Bellof lo insegue in seconda posizione alla guida della 956B.
C’è in ballo la vittoria, ma anche una rivincita generazionale tra un pilota esperto e la giovane promessa. Bellof si avvicina al campione belga, è determinato, spietato, vuole la vittoria a tutti i costi. All’uscita della Suorce è in scia, discesa verso l’Eau Rouge le vetture si affiancano, in un punto dove il sorpasso è troppo azzardato. Ickx è davanti, nella traiettoria ideale, deve stringere a sinistra, ma Bellof non molla e le due Porsche si toccano. La 956B del Team Brun urta frontalmente contro il muro di contenimento all’esterno della curva ad oltre 200 chilometri orari. L’impatto è violento e devastante, con la vettura i Bellof che prende anche fuoco. Ickx, anche lui coinvolto nella carambola, va a sbattere con il posteriore, ne esce illeso, ma impotente testimone della tragica fine del giovane rivale. Bellof viene estratto ancora vivo dai rottami della sua vettura, ma arrivò ormai privo di vita all’ospedale di Stavelot, per via dei gravi traumi subiti nell’urto.
Molte saranno, a posteriori, le illazioni su quell’incidente, una dinamica mai perfettamente chiarita sulle effettive responsabilità di entrambi, divise tra l’eccessivo rischio preso dal tedesco e la repentina chiusura di strada da parte del belga per difendere la posizione.
Maurer l’ex team manager di Stefan Bellof ai tempi della F2, disse: “Era un grande talento, sono certo che sarebbe divenuto anche campione del Mondo di F1, in qualche modo e in qualche anno e con qualche macchina. Se solo fosse vissuto abbastanza”.
Foto actualfoto Raul Zacchè – copyright ©